Posizione geografica e vie di accesso
Il gruppo Castello-Provenzale si erge alla testata della Val Maira nelle Alpi Cozie Meridionali.
La suddettta valle inizia a Dronero (metri 620, km 84 da Torino, 20 da Cuneo) […].
Acceglio (m. 1220, km. 36 da Dronero) è l'ultimo paese della vallata […].
Una strada comodamente percorribile dagli automezzi […] conduce in 9 km attraverso Villar, Pontemaira, Saretto a Chiappera (m. 1620), che è la base di partenza per tutti gli itinerari alla Provenzale ed alla Castello. […]
Un angolo di Dolomiti trapiantato in Piemonte è stato definito il gruppo del Castello, e lo slogan si intona perfettamente coll’aspetto e colle caratteristiche alpinistiche di questa montagna: verticalità delle pareti, brevità delle vie, comodità di accesso, arrampicata con difficoltà forti e continue. Direi che l’unica differenza dalle Dolomiti sta nella qualità della roccia, meno ricca di appigli, assai meno chiodabile ed inoltre più solida di quanto non sia generalmente la roccia calcarea [ infatti si tratta di una roccia quarzitica e non calcareo-dolomitica, NDR ]. […]
Altra particolarità di questa roccia è la sua scivolosità quando è bagnata. Questo fatto si verifica non solo dove essa è ricoperta da uno spesso strato di lichene che, imbevuto d’acqua, possiede delle ottime proprietà lubrificanti, ma anche dove il lichene non è presente o meglio non si vede dato il minimo spessore. I temporali per di più sono frequenti ed anzi violenti.
Concentrate in questo ristretto gruppo si trovano numerose arrampicate di prim’ordine per eleganza, difficoltà ed esposizione, sia in libera che in artificiale. Ma oltre alle vie difficili ne esistono pure altre di minor impegno adatte per gli alpinisti più tranquilli. La quota relativamente bassa (poco oltre i 2000 m.) permette normalmente di arrampicare da aprile a novembre. […]
Storia alpinistica
Delle tre cime del Gruppo, la Rocca Provenzale è stata la prima ad essere salita, molto probabilmente ad opera di valligiani. La seconda a cadere fu la Rocca Castello (punta Nord), che venne raggiunta da Vittorio Sigismondi nel 1908, accompagnato fino al Colle Gregouri da Nicola Ponza di San Martino, il quale non proseguì oltre perché “sofferente di dolori reumatici e sprovvisto di scarpe adatte”. La Rocca Castello continuò a ricevere saltuariamente la visita di alpinisti: in 22 anni si contarono in tutto 9 ascensioni.
Intanto la punta Sud della Castello (la Torre Castello) rimaneva inviolata ed invero le difficoltà che essa presentava erano di ben altro livello di quelle della vicina punta Nord. Si parlava bensì che un ingegnere svizzero l’avesse raggiunta con lancio di corda dalla punta Nord, ma la notizia non era sicura e in ogni caso mancava una salita più ortodossa.
Particolarmente interessati alla risoluzione del problema si mostrarono due abituali villeggianti di Acceglio: Virgilio Gedda di Savigliano e il giovane studente torinese Gino Palestro. Diverse volte erano saliti assieme alla Forcella del Castello, ma di fronte agli ultimi 30 metri lisci e verticali era sempre mancato il coraggio di portare l’attacco finale.
Nell’autunno 1930 Gedda, posto in allarme dalla voce di un prossimo tentativo alla sua montagna da parte di altri alpinisti, si decide improvvisamente all’azione; Palestro però non è ad Acceglio e come compagno si offre il giovane parroco di Chiappera, don Agnese. Rapidamente, per la via ben conosciuta, salgono alla Forcella del Castello, fin sotto il passaggio finale dell’incombente Torre. Hanno con sé una corda, ma non chiodi né moschettoni, e Gedda non s’illude che il compagno possa trattenerlo in caso di caduta; pertanto fissa ad uno spuntone della Forcella l’estremità inferiore della corda. Don Agnese dovrà soltanto sorvegliare che la fune non si impigli mentre lui sale.
Un ultimo sguardo alla parete resa più cupa dall’ombra pomeridiana, e attacca. Qualche metro dritto sul muro verticale, poi il tratto più difficile e più temuto: una traversata a sinistra di qualche metro su una placca liscia ed esposta. Trattenendo il fiato, procede a piccole mosse: 1 metro, 2, 5, è passato! Ancora un tratto verticale, ma ormai tutto sembra facile ed è in vetta. In un piccolo ometto i resti di un giornale svizzero di 17 anni prima confermano definitivamente la prima ascensione di De Rham. È ora la volta di don Agnese: questi preferisce salire a forza di braccia sulla corda fissa e s’innalza in tal modo per una quindicina di metri, fin quasi in vetta. Poi un improvviso malore, o un cedimento di forze, gli fanno sfuggire la presa e precipita giù, scorrendo lungo la corda che, serrata tra braccio e torace, gli fa da guida e un po’ anche da freno. Giace svenuto sulla Forcella, ma per un caso straordinario non ha riportato che lievissime ferite. Con molti stenti arrivano a valle.
L’anno seguente, Palestro vuole cimentarsi pure lui con la Torre e attacca da solo il verticale camino che taglia la parete Est e che ora viene indicato con il suo nome. Lo risale completamente raggiungendo la Forcella dove, prima di attaccare il passaggio finale della Torre, lascia un biglietto che testimonia il suo passaggio. Non si saprà mai con sicurezza quello che succede dopo: il suo corpo viene rinvenuto alla base della parete. Aveva compiuto da pochi giorni 21 anni.
Nel 1932 affronta la Via Gedda la cordata di Antoldi, Ghiglione, Lupotto e Bruschi, ma anche questo tentativo di ripetizione si conclude con una disgrazia mortale. Guido Antoldi (cui è stato dedicato il bivacco nella Valeille) cade nel passaggio finale e decede più tardi a Torino in seguito alle gravi ferite riportate.
Poco dopo l’infelice tentativo di Antoldi, finalmente la vetta viene di nuovo raggiunta rompendo l’incantesimo di morte che l’avvolge e dissipando anche i dubbi che vanno sorgendo sull’impresa di Gedda.
A riuscirvi, facendo ricorso ai mezzi della moderna tecnica di arrampicata (4 chiodi e doppia corda) è la famosa guida Steger accompagnato da Aldo Bonacossa. A questa ascensione ne seguono molte altre e dal ’33 al ’36 visitano la Torre Castello i più bei nomi dell’alpinismo piemontese, da Ellena a Gervasutti (che accompagna il Re del Belgio), da Rivero a Boccalatte. Appunto Boccalatte effettua, nel luglio del 1936 un tentativo sulla parete Sud, ma senza convinzione e rinuncia subito. Nell’autunno dello stesso anno giunge Ettore Castiglioni con Vitale Bramani ed in tre giorni cadono le pareti Ovest e Sud della Torre. […] Intanto nel 1935 Gedda aveva salito con il figlio il camino, simmetrico al Palestro, che raggiunge la Forcella del Castello dal versante Ovest.
Dopo il 1936, per ben 12 anni sulla vetta della Torre torna il silenzio. Nel 1948 il sottoscritto [Renato Roberto, NDR] la riscopre e nel 1949 ne effettua la prima ascensione invernale. Ha inizio una seconda giovinezza per la Torre Castello: nel 1951 viene ripetuta la via della parete Sud, nel 1952 quella della Ovest, nel 1953 viene effettuata la prima ascensione diretta della Ovest della Provenzale, ed infine nel 1954 si hanno le prime ascensioni degli spigoli S.O e N.O. della Torre Castello; della parete Ovest della Rocca e della Est della Provenzale, ed inoltre la prima traversata completa (da Sud a Nord) della Rocca Provenzale-Torre Castello-Rocca Castello.
La stagione 1955 è appena iniziata e già una nuova via è stata aperta sulla Est della Rocca Provenzale. Contemporaneamente anche le vie ormai classiche vedono moltiplicarsi le ascensioni: sulla Torre, contro 29 salite salite effettuate in 25 anni, se ne contano 13 nel solo 1954.
[ Segue elenco delle 42 scalate alla Torre Castello, a partire da C. de Rham e Rivier (Losanna) dell’ottobre 1913, con lancio di corda dalla Rocca Castello; e da V. Gedda (Savigliano) del 1 settembre 1930, prima ascensione in arrampicata libera dalla Forcella del Castello. Le maggiori scalate fino al 1954 sono state effettuate da alpinisti di Torino (23), di Savigliano (9), Cuneo (5), Milano (4), Saluzzo (3), Losanna, Monaco, Belgio e Genova (1). La personalità più importante salita sulla vetta della Torre Castello è stata il Re Alberto del Belgio nell’ottobre del 1933 ]
[ Segue Bibliografia (fino al 1954); Avvertenze introduttive con classificazione delle difficoltà; Orari di scalata; Toponomastica; Altimetria ]
[ Segue descrizione degli itinerari di arrampicata, con classificazione numerica riportata anche nelle Illustrazioni. Si tralascia in questa sede la descrizione tecnica riportata per non ingenerare delle confusioni rispetto alla scalata moderna, riportando però alcune curiosità alpinistiche ]
Illustrazioni delle vie di arrampicata (numerazioni nel testo)
Vedi Elaborati grafici
1 - Colle Greguri (2319 m)
Descrizione accesso diretto da Chiappera oppure da Grange Collet; escursioni su sentiero; il Colle Greguri è punto di partenza per le scalate sul versante Est.
2 - Rocca Castello (Punta Nord, 2452 m)
È la cima più elevata del gruppo, ma alpinisticamente è meno importante dall’adiacente Torre.
2.1 PARETE EST - VIA DIAGONALE
2.2 PARETE EST E CRESTA NORD (via normale)
È l’itinerario del primo salitore ed il più facile.
2.3. - CRESTA NORD
Percorsa per la prima volta il 20 giugno 1954 da R. Alloa di Savigliano e B. Magri di Cuneo.
2.3/a - Variante d'attacco dalla parete Ovest
2.4 - PARETE OVEST
Prima ascensione il 19 settembre 1954 di R. Roberto, C. Bo, L. Balzola e G. Marchese di Torino.
2.5 - PARETE EST (via diretta)
Prima ascensione il 29 maggio 1954 di L. Balzola e G. Marchese di Torino.
3 - GRAN CENGIA OVEST
La parete ovest del gruppo Castello (il lato verso la valle principale), è caratterizzato da uno zoccolo basale formato da placche e piccoli strapiombi; sopra di esso si elevano le due pareti lisce e verticali della Rocca e della Torre. Sulla sommità dello zoccolo, in corrispondenza della linea di giunzione con le pareti sovrastanti, corre una grande cengia che taglia a mezza altezza tutto il versante ovest delle due cime, fino allo spigolo sud-ovest; la cengia è costituita da una serie di terrazze erbose e su cornici rocciose separate da passaggi su placche di roccia.
Le vie di accesso alla cengia fanno parte integrante degli itinerari di arrampicata sulle due pareti della Castello: la più facile è quella di sinistra, percorsa da V. e M. Gedda nel corso della prima ascensione del camino ovest dalla Forcella del Castello; la più interessante per gli scalatori è la via centrale; meno consigliabile quella di destra.
3.1 - VIA DI DESTRA
3.2 - VIA CENTRALE
3.3 - VIA DI SINISTRA
4 - FORCELLA DEL CASTELLO (2425 m.)
La Forcella Castello è lo stretto e aereo intaglio che separa la Rocca dalla Torre Castello; ad esso salgono per gli opposti versanti due profondi camini. La Forcella è il punto di partenza della via normale alla Torre (Via Gedda).
4.1 - CAMINO PALESTRO (versante est)
Sul versante che sale verso il Colle Greguri. Prima ascensione G. Palestro, in solitaria, il 26 agosto 1931; ripetuta in parte dalla cordata Ceresa, Borgna, Gervasutti, Palumbo arrivando dalla Provenzale e integralmente da Gervasutti e Re Alberto del Belgio nel 1933.
4.2 - PARETE EST (via normale)
È l’itinerario più facile per raggiungere la Forcella dal lato est, comune nella parte iniziale alla via di salita alla Rocca Castello.
4.3 - CAMINO GEDDA (versante ovest)
Prima ascensione di V. e M. Gedda il 16 giugno 1935, ripetuta il 13 luglio 1952 da Turini, Giletta, Alloa, Magri. È un lungo camino che dalla grande cengia del versante ovest risale fino alla Forcella.
5 - TORRE CASTELLO (2450 m.)
Prima ascensione assoluta di C. de Rham e Rivier, nell’autunno 1913; seconda ascensione e prima in arrampicata libera di V. Gedda il 1 settembre 1930; prima ascensione invernale R. Roberto ed E. Giletta il 27 febbraio 1949.
Delle tre cime del gruppo, la Torre Castello è la più nota e dal punto di vista alpinistico di gran lunga la più importante. Essa offre da ogni parte un’arrampicata aerea su roccia sicura e verticale; ha la forma di uno squadrato torrione che presenta da tre lati delle imponenti pareti, mentre sul quarto cade con un breve salto verticale sullo stretto intaglio della Forcella del Castello. La vetta è costituita da una grande piattaforma pressochè pianeggiante, con leggera pendenza verso ovest e verso sud..
5.1 - VIA GEDDA (versante N.E.)
Prima ascensione di V. Gedda il 1 settembre 1930; seconda ascensione di H. Steger e A. Bonacossa nell’ottobre 1932. L’itinerario è il più breve alla cima e costituisce la via normale di salita alla Torre, anche se solo tra la prima e la seconda ascensione si contarono due morti e un ferito.
5.2 - SPIGOLO N.O.
Prima ascensione R. Renato, C. Bo, P. Chironna, L. Zontone nel 1954. Lo spigolo Nord-Ovest della Torre segue da vicino il bordo destro del camino Gedda; offre un’arrampicata alquanto faticosa e verticale.
5.3 - VIA CASTIGLIONI - OVEST (parete Ovest)
Prima ascensione E. Castiglioni, V. Bramani, E. Bozzoli il 10 settembre 1936; seconda ascensione G. Marchese, G. Dionisi il 29 giugno 1952. L’itinerario segue dapprima il camino che solca nel centro la parete ovest della Torre, per poi piegare in diagonale verso destra avvicinandosi allo spigolo Sud-Ovest ed uscire in vetta per un breve canalino. L’esposizione è sempre massima, i punti di sosta piccoli ed aerei, le difficoltà sono continue.
5.4 - SPIGOLO S.O.
Prima ascensione F. Bo, M. Fornelli, C. Bo, R. Roberto, S. Bianco il 30 maggio 1954; in parte ripetuta da Chironna, Zontone il 25 luglio 1954 e da Balzola, Marchese il 3 ottobre 1954 (con passaggio da questa via alla Castiglioni sud traversando a mezza altezza la parete sud).
Itinerario elegante, molto aereo, su roccia ottima non eccessivamente difficile.
5.5 - VIA CASTIGLIONI - SUD (spigolo S.E, e parete S.)
Prima ascensione E. Castiglioni, V. Bramani il 12 settembre 1936; seconda ascensione di G. Mauro e P. Fornelli il 3 maggio 1951. Partendo dalla Forcella Provenzale, splendido itinerario su roccia verticale saldissima comportante le maggiori difficoltà di tutto il gruppo; il tratto centrale della via è il più impegnativo.
6 - FORCELLA PROVENZALE (2340 m.)
La Forcella Provenzale è lo stretto intaglio tra la Rocca Provenzale e la Torre Castello, alla base dello spigolo Sud-Est di quest’ultima.
6.1 - VERSANTE EST
La via segue un ripido canalino fra la Torre e la Provenzale; si può anche accedere dal camino Palestro per poi eseguire un traverso orizzontale su cenge di roccia cattiva.
6.2 - VERSANTE OVEST
L’itinerario risale il largo canalone di rocce ed erba, assai ripido nella parte iniziale.
7 - ROCCA PROVENZALE (2402 m.)
Ha la inconfondibile conformazione di una grande lama di roccia orientata Sud-Nord, che presenta sui versanti Est-Ovest due lunghe e imponenti pareti notevolmente ripide. Le vie di salita non comportano difficoltà eccezionali, ma sono le più lunghe del gruppo.
7.1 - CRESTA SUD (via normale)
È l’itinerario classico di salita percorso da turisti e valligiani. La corda non è necessaria per buoni scalatori e la via è abbastanza evidente anche se bisogna porre estrema cautela soprattutto in discesa, cercando di evitare di finire troppo presto sulla parete Sud-Est, estremamente pericolosa.
Seppur frequentata, l’arrampicata non è assolutamente banale e richiede sempre una estrema concentrazione visti i precipizi che non danno scampo in caso di caduta.
7.2 - PARETE EST (via diretta)
Prima ascensione di R. Roberto, P. Fornelli, P. Chironna il 3 ottobre 1954. l’itinerario risulta nel complesso elegante, vario e su roccia ottima.
7.3 - CRESTA NORD
Primo percorso integrale della cresta di L. Balzola e G. Marchese il 3 ottobre 1954. breve e accidentata, la cresta sale dalla Forcella Provenzale formando una serie di torrioni.
7.4 - VERSANTE N.O. E CRESTA NORD
L’itinerario è facile e poco interessante, comodo in discesa. Roccia in alcuni tratti cattiva.
7.5 - PARETE OVEST (via diretta)
Prima ascensione R. Roberto e B. Magri il 22 agosto 1953. nel complesso si tratta di un itinerario lungo e abbastanza impegnativo su roccia buona.
Nota bene: le illustrazioni si rifanno alle vie storiche fino al 1954; per una visione aggiornata delle arrampicate sul gruppo Castello-Provenzale consultare la guida ripubblicata nel 2010
Si organizzano giornate di arrampicata con le guide alpine della Valle Maira:
ecco i recapiti per contattarle